Piemonte sud Est – nelle statistiche e nelle aspettative

Piemonte sud Est – nelle statistiche e nelle aspettative

Siamo in quella parte del Piemonte abituata a dialogare con la Liguria, l’Emilia Romagna, la Lombardia e con 426 mila abitanti animiamo 188 comuni. Ci chiamano Piemonte SUD – Est quei professori dell’IRES che analizzano le nostre “dimensioni” sociali.

Il nostro territorio ha registrato un declino demografico più marcato di altri e di conseguenza l’età media è elevata e anche la percentuale di stranieri è alta rispetto ad altre regioni.
Ma è il caso di dire che per molti varrebbe una gita a Basaluzzo e vedere l’integrazione che c’è tra giovani provenienti dall’Africa e volontari delle Pro Loco.

Si soffre per un lavoro che non c’è neanche in Italia. Il nostro sistema produttivo ha sofferto più degli altri quadranti piemontesi ed è il più lontano dai livelli pre-crisi. La disoccupazione, anche se inferiore alla media regionale, è elevata ad Alessandria.

Serve valorizzare le imprese attive e superare la diffidenza e la non conoscenza reciproca tra il mondo della scuola e quello delle imprese. Siamo infatti sia in difetto di offerte di lavoro ma spesso ci troviamo nella non consapevolezza di quali risorse umane, quali operai o tecnici servano ad aziende piccole ma molto produttive.
Questo superamento della scarsa relazione tra impresa e scuola va assolutamente superato.
E’ vero che abbiamo, rispetto ad altri meno laureati, ma servono tecnici e manodopera nelle piccole imprese.

Abbiamo problemi di sicurezza

Molto sotto media l’indice sintetico di sicurezza (che tiene conto di fatti reali, percezioni e fiducia). E’ soprattutto Alessandria, secondo peggior valore regionale dopo Torino,Tre persone su 10 (29,3) vedono con una certa frequenza fatti criminosi o pericolosi (come spaccio di droga o prostituzione: più della media ma con valori disomogenei, il peggiore ad Alessandria.
Pessimismo più accentuato che altrove e minore soddisfazione per la vita in generale, anche se in ripresa.

Guardiamo al futuro soprattutto se vinciamo e saremo chiamati a governare il Piemonte

Il Sud-Est vanta una buona dotazione di risorse storico-ambientali, La distribuzione del patrimonio naturalistico e storico-culturale è infatti maggiormente concentrata nella provincia di Alessandria, che si colloca, a livello regionale, al terzo posto dopo Torino e Cuneo.
Abbiamo nuove localizzazioni produttive con una struttura imprenditoriale diffusa, con la presenza di comparti di eccellenza (meccanica, chimica, plastica, alimentare-dolciario), che poteva sfruttare i fattori potenziali di sviluppo, se pure a condizione di una crescita dimensionale delle imprese più piccole e artigiane;
Alla presenza di imprese straniere da noi aggiungiamo l’espansione all’estero di nostre imprese locali;

Tra i punti deboli si segnalavano:

– le criticità ambientali (alluvioni e frane, aree di inquinamento);
– la marginalità di alcune zone collinari e montane;
– la crisi del settore del freddo e orafo;
– una logistica in ritardo.

In termini di visione prospettica, turismo e agroalimentare risultano vincenti.

Il Monferrato, il Tortonese, Marengo e di legami con la Liguria

Tra le iniziative in corso viene segnalata quella del c.d. Tavolo per il Monferrato, coordinato dalla Camera di commercio di Alessandria, alla quale si è aggiunta l’attività connessa alla predisposizione di un progetto di sviluppo condiviso per l’utilizzo del fondo delle compensazioni per il terzo valico dei Giovi (Riquadro1). Tale progetto costituisce una rilevante opportunità per il rilancio di una politica integrata di area vasta se si utilizzeranno le risorse aggiuntive in direzione di obiettivi

Con la stessa attenzione e preoccupazione proporremo un Tavolo per Marengo anche con la Liguria che all’origine della città capoluogo tra Tanaro e Bormida Genova versò 1000 soldi d’oro.

** Dall’analisi del Quadrante Piemonte sud Est – Fonte IRES